Perdersi nella stazione della Circumvesuviana di Napoli è più semplice di quanto si possa immaginare: un annuncio improvviso, un cambio di binario, un treno che transita sulla linea sbagliata, semplice distrazione e… tac, la frittata è fatta! Chi non è avvezzo a questo dinamismo ferroviario (chiamiamolo così), rischia di trovarsi alla fermata sbagliata e una di queste potrebbe essere il Centro Direzionale.
Un imprevisto che suggerisce di tornare indietro e guadagnare il treno giusto. Oppure si potrebbero risalire le scale mobili che separano il sottopassaggio ferroviario dalla superficie e scoprire l’Arte che risiede in questa enorme New Town dai grattacieli altissimi.
Dunque, nel caso la Circumvesuviana vi conduca al Centro Direzionale malgrado le vostre intenzioni, potreste cogliere l’occasione per visitare i monumenti che mi è capitato di osservare qualche giorno fa: infatti…
UN’ACCOGLIENZA MONUMENTALE
Risalendo dal sottopassaggio della fermata, vengo accolto dalla monumentale Parrocchia di San Carlo Borromeo. L’impatto visivo è d’effetto: più che una chiesa, sembra la punta di una lancia che squarcia il piastrellato della cittadella.
All’inizio credevo che la chiesa fosse chiusa al pubblico, ma vengo smentito dalle porte d’ingresso spalancate. Mi fiondo a visitarla per verificare cosa offre alla vista e ammetto che il riscontro è andato ben oltre le mie aspettative.
Al suo interno la percezione dello spazio muta in maniera sensibile, ma il senso di spiazzamento dura poco, perché la mente galleggia tra gli aromi legnosi che provengono dal tetto.
Seguendo l’andamento prospettico delle fughe, l’occhio corre verso l’altare, dal quale si erge un imponente crocifisso color smeraldo. Sono felice di apprendere che l’autore di questa [che ho scoperto essere una] Deposizione, è Mario Ceroli, esponente di spicco dell’Arte Contemporanea (a partire dagli anni Sessanta). Un artista che apprezzo molto per il modo in cui gioca con i materiali.
A quanto pare si è divertito molto a costruire quest’opera. Il crocifisso si compone di innumerevoli piastre di vetro sovrapposte l’una all’altra: ruotando intorno all’asse centrale, esse formano una scultura tortile che scaglia luccicanti lame di smeraldo un po’ ovunque. Un piacere per gli occhi.
UNA PASSEGGIATA AL LARGO
Uscito dalla chiesa, la mia passeggiata prosegue in direzione opposta, verso Largo Kagoshima: un posto ottimo per un altro rifornimento di Arte. Qui “alloggia” la colossale statua dell’Uomo Vitruviano contenuto in una sfera, realizzata dall’architetto Pierluigi Spadolini, (medesimo autore della succitata parrocchia).
Ai tempi in cui frequentavo l’Accademia di Belle Arti, osservando quest’opera dai finestrini del treno ero convinto che la scultura fosse realizzata in legno: a quanto pare mi sbagliavo di grosso.
Resto piacevolmente sorpreso nel constatare che l’opera è realizzata in marmo anzi, in marmi di qualità diversa che, accostati tra loro, formano suggestive geometrie cromatiche. La scultura restituisce un senso di leggerezza che contraddice la sua massa marmorea: probabilmente la forma a “sfera aperta” ingannava il mio occhio sulla natura dei materiali.
Altra cosa che mi ha sorpreso, è l’aver trovato il Mercato della Campagna Amica allestito dalla Coldiretti, che ogni tanto si tiene in zona (c’è anche un calendario che segnala gli eventi).
Ecco spiegato il frenetico via vai di persone: c’è chi si ferma davanti alle bancarelle a comprare frutta e verdura, c’è chi assaggia il miele che viene offerto negli stand e c’è chi lancia un rapido sguardo (come ho fatto io).
L’OPPORTUNITÀ DELL’INTOPPO
Confesso che questa veloce visita al Centro Direzionale mi ha soddisfatto e, ora che sono giunto alla fine di questo post, mi torna alla mente un vecchio detto popolare che recita: «Ogni intuppamiento è giovamiento!» vale a dire «Ogni intoppo può essere un’opportunità di cui giovarsi». Questo non significa rallegrarsi per i disservizi offerti dalle infrastrutture, anzi… non nego il disagio causato dal senso di smarrimento che genera un posto sconosciuto (per non parlare dell’ansia che monta).
Tuttavia l’intoppo contiene in sé anche l’opportunità di “regalare” piacevoli sorprese. Quindi il perdersi può essere vissuto come l’occasione giusta per costruire delle nuove coordinate mentali che rendono amabile il ricordo di un certo posto, depurandolo dalle sensazioni negative: se poi queste coordinate sono di tipo artistico, il ricordo diventa ancora più bello!
Qualora vi trovaste al Centro Direziona di Napoli, sappiate che esso non disdegna di essere visitato e anzi, ha qualcosa di interessante da mostrarvi: per farlo basta perdersi in Circumvesuviana, almeno per un po’.