Il Duomo di Parma ovvero il cantastorie dell’arte italiana. Parte I: la pietra

Sono sempre stato convinto del fatto che il modo migliore per conoscere l’arte sia quello di fartela raccontare dai luoghi in cui è nata.
E qui a Parma c’è un edificio che si può definire un autentico cantastorie in grado di raccontarti lo sviluppo dell’arte italiana, dal Medioevo fino al Barocco [quando questo ancora non esisteva]!
Sto parlando del Duomo di Parma, ovvero la Cattedrale di Santa Maria Assunta.

L’impatto: una facciata epica!

Facciata del Duomo di Parma

Quando arrivi in Piazza del Duomo ti ritroverai al cospetto di un gigante di pietra.
Questo perché la costruzione della cattedrale è in Romanico (praticamente intatto), ossia quello stile architettonico che a partire dall’Anno Mille si è diffuso in tutta Europa: riconoscibile perché tutti gli elementi della costruzione presentano un carattere severo, squadrato eppure monumentale, dove la pietra impiegata per costruire le chiese risulta bene in vista, indice della residenza del potere e del suo peso economico.
In pratica nel momento esatto in cui vedrai la facciata della cattedrale balzerai in quel Medioevo epico dove, per il potere della suggestione, poco ci manca che tu veda cavalieri, spade, tornei e dame.
Ma la cosa davvero particolare è che la struttura della facciata [a capanna] ti fornisce un falso indizio…
Magari, nel momento in cui varchi la soglia per entrare nella cattedrale, sei convinto che l’interno abbia la stessa austerità che hai visto da fuori.

E invece…

Duomo di Parma, interno.

Il Medioevo resta fuori dalla porta, in piazza, perché ora sei dentro l’universo rinascimentale in cui c’è un trionfo di affreschi dai pigmenti assai vivaci che mimetizzano tutto l’impianto Romanico: non diresti mai di essere entrato nella stessa chiesa che hai visto dall’esterno!
Ti confesso che sono stato anche molto fortunato a scattare la foto che ho messo qui a lato: infatti nella cattedrale si celebrava un matrimonio (se aguzzi l’occhio puoi vedere la sposa sull’altare!), quindi tutta la navata centrale era sgombra dalle sedie che normalmente sono dispiegate per consentire la partecipazione alle funzioni.
In questo modo ho avuto la possibilità di ammirare uno spettacolo unico nel suo genere: i colori degli affreschi che si riflettono sul pavimento. Per un momento mi è sembrato di passeggiare sul lungomare di Mergellina, di sera, quando il mare restituisce agli occhi il baluginio delle luci del Golfo di Napoli.
Come per la Chiesa di San Giovanni Evangelista, non mi abituerò mai a queste magie che offrono i luoghi di Parma, soprattutto i pavimenti!

Facciamo un po’ di scale

Salita verso il transetto.

Prima di guardare da vicino le pitture del Duomo, ci tengo a mostrarti un lato più defilato della cattedrale. Per arrivarci bisogna percorrere tutta la navata di destra e poi salire le scale: ti troverai così sul transetto sopraelevato da cui è possibile ammirare praticamente tutta la chiesa: uno spettacolo! Ma quello che sto per farti vedere si trova non appena svolti a destra, proprio attaccato alla parete del transetto.

 

Cosa c’è di tanto importante da guardare, qui?

La Deposizione di Benedetto Antelami.

Quello che vedi nella foto a lato, insieme a questa coppia di visitatori, è la Deposizione dalla croce di Benedetto Antelami (realizzata intorno al 1178). Il bassorilievo più importante della storia dell’arte italiana, realizzato dallo scultore più innovativo che il Medioevo abbia conosciuto. È grazie a quest’opera che Benedetto Antelami [che era prima di tutto architetto], traghetta Parma e, di conseguenza, tutta l’Italia dallo stile Romanico allo stile Gotico; tradotto in termini pratici significa che ci ha accompagnati alla modernità culturale.
Infatti una caratteristica fondamentale dell’Arte Gotica è quella di reintrodurre l’espressività delle figure, mettendo in scena gli stati d’animo dei soggetti: tematiche che nelle arti figurative, con la fine dell’Impero Romano, non si vedevano ormai da secoli.
Per farti capire cosa intendo, guarda attentamente il particolare che ti mostro in basso.

Deposizione di Benedetto Antelami, particolare.

Osserva il modo in cui Maria porta alla sua guancia la mano di Gesù, esanime, alla ricerca disperata del calore umano di suo figlio che non c’è più: è una scena estremamente toccante con una carica emotiva che, nell’epoca di Antelami, era del tutto sconosciuta nel nostro paese.

Le intuizioni di pietra!

Ma c’è di più: a mio avviso, Benedetto Antelami si inventa un escamotage creativo molto efficace, nel quale riunisce in una sola opera tutta la sua maestria di scultore, cesellatore e, in un certo senso, scrittore!
Se guardi attentamente il bassorilievo, noterai che è corredato da decorazioni e da scritte che riprendono le tecniche di scrittura con cui gli amanuensi realizzavano i manoscritti nel Medioevo.
In pratica più che come bassorilievo, Antelami concepisce quest’opera come un vero e proprio libro tridimensionale: proprio come i moderni libri pop-up, dove a ogni pagina che sfogli si materializza come per magia una figura di carta in tre dimensioni!
Ecco, possiamo dire che Benedetto Antelami ha avuto l’intuizione del libro pop-up [fatto in pietra] poco meno di mille anni prima della sua invenzione. Calcola, inoltre, che questo bassorilievo è solo una piccola parte di un pulpito [molto probabilmente], che poi è stato demolito: chissà come dovevano essere gli altri bassorilievi!

E ancora dobbiamo parlare di pittura…

Quello che hai letto fino a ora sono le storie che il Duomo racconta attraverso le sue pietre: per quanto riguarda la pittura, ci vediamo al prossimo post, altrimenti qui vado troppo lungo!

Rispondi